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Mario Panzarino  @  New York City + Los Angeles / U.S.A.

(residente da luglio 2014)

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Hola Gianluchino,
son passati solo poco più di 4 mesi, ma mi sembra già di essere qui da una vita! Dove sono?! Nella pazzesca New York City! Circa 6 mesi fa è arrivata una di quella proposte, che capitano - se sei fortunato - una volta nella vita. Una nuova ed elettrizzante opportunità di lavoro nella Grande Mela, come Global PR & Events Manager per un marchio che definire "exciting" è quasi riduttivo, ovvero Belvedere Vodka!
Contratto firmato, visto controfirmato, trasloco organizzato a razzo, farewell party super riuscito con i miei amici più cari della "bela Milàn"... si parte! New York arrivooo!!!
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Non era la mia prima volta a N.Y. - quella è un esperienza che rimane indelebile nella mente di ogni essere umano, nel mio caso risale al 1 Settembre 1999 - ma era la prima volta che mi trasferivo nella città che non dorme mai, per viverci!
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La prima notte (in un appartamento al 24° piano), nonostante fossi alquanto distrutto dal viaggio, non riesco ad addormentarmi... troppa eccitazione, quasi non ci credevo ancora! Alle 5AM occhi spalancati: sonno zero, voglia di uscire tanta! Mi preparo e alle 7.30 sono già in strada verso il mio ufficio! Il mio ufficio a New York! Me l'ero immaginato per tanti giorni questa mattina, con la colonna sonora perfetta nel mio iPhone - dal Diavolo veste Prada - con un buon cappuccino Starbucks in mano. Era realtà adesso però, ed ero al settimo cielo!
Per tutta la prima settimana non facevo altro che uscire la sera, per locali e ristoranti con viste dello skyline mozzafiato! Non avevo mai sonno, e spesso neanche fame! New York mi stava travolgendo!
Dopo il primo mese, mi sono cominciato ad assestare: ho trovato la mia casa (dato che quell'altra era un benefit aziendale solo per il primo mese), sono arrivati i miei mobili dall'Italia e tutto ha cominciato a prendere forma! Una mansarda super "cozy" - termine coniato probabilmente qui per definire case piccoline ma super intime e carine - nel cuore del Meatpacking District (tra Chelsea e il grazioso West Village)!
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Ho cercato fin da subito di entrare nel mood newyorkese: abbonamento Citibike (versione newyorkese del bike sharing) per girare la città d'estate, weekend al mare a Long Island (tra la selvaggia Fire Island e i blasonati Hamptons), pomeriggi di ozio a Central Park, corsette o meglio passeggiate lungo l'Hudson River. Poi è arrivata la Fashion Week e i miei primi parties newyorkesi, con il drink ufficiale delle fashionistas, ovvero Belvedere Vodka!
Gente ne ho e ne sto conoscendo tanta, ed è davvero facile rispetto ad altre città del mondo, ma gli amici per ora sono 100% made in Italy. Arrivati da qualche settimana come me, o resident da anni qui, le passioni italiane ci accomunano davvero tanto!
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Ma torniamo al mio bellissimo lavoro... dopo quasi 3 mesi di N.Y. (con ufficio nel Meatpacking davanti al Chelsea Market), un pomeriggio la mia capa mi chiede se volevo andare a L.A. (Los Angeles, ndr) in rappresentanza di Belvedere, per una famosa cena di gala, quella dell'amfAR (American Foundation for AIDS Research), di cui Belvedere non poteva non essere partner! amfAR vuol dire cena piena di celebrities del calibro di Sharon Stone, giusto per fare un nome così, seguita da asta per raccogliere fondi per la lotta all'HIV! Evento diventato un'istituzione... che ha luogo in diverse città del mondo, da Cannes a Milano, a New York e ora L.A.!

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Io ovviamente accetto e dopo 4gg - a fine Ottobre per esattezza - sono in volo all'alba verso la California! Passo dai 5C di New York ai caldi e soleggiati 27C di Beverly Hills! Dopo una mattina passata tra email, qualche telefonata di lavoro - pur sempre però seduto su un lettino della rooftop pool dell'hotel - decido di andare su Rodeo Drive per comprare qualcosa di super elegante per la serata! Mi innamoro di un paio di sneakers di vernice nere firmate Lanvin, e non resisto: al gala ci vado con lo smoking e le mie nuove Lanvin!
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Nel tardo pomeriggio si parte - dato che gli eventi a L.A. iniziano presto, e qui le distanze sono enormi! Alle 7PM siamo già sul posto, e iniziano ad arrivare i nostri ospiti! Che la serata abbia inizio: Gwyneth Paltrow madrina della serata presenta i Coldplay che incantano tutti con la loro performance. Poi è la volta dell'ospite d'onore Tom Ford, presentato da Sharon Stone; e poi Rihanna, Justin Timberlake, Miley Cyrus!
Belvedere Vodka, come partner, aveva creato bottiglie Magnum personalizzate per le stars della serata, ma non si era ancora trovato, con gli organizzatori, il momento migliore per la consegna!
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Allora io, in qualità di Belvedere Vodka, prendo l'iniziativa e vado al tavolo di Rihanna per consegnarle la sua bottiglia. Stranamente nessuna security mi ferma, e eccomi lì a parlare con Rihanna, mentre mille fotografi catturano l'istante! Lei super carina è emozionata - io no invece ;) - ed è veramente carinissima con me! Ancora non ci credo: ho appena parlato con Rihanna! A questo punto -  ammetto forse con l'aiuto di qualche Belvedere Tonic - parto all'attacco e continuo il mio raid. Fermo Gwyneth Paltrow - la più carina di tutte che mi bacia pure - e anche lei riceve la sua bottiglia di Belvedere. Poi Miley Cyrus, che un pò brilla, inciampa su di me e si becca anche la sua Belvedere, dopo aver speso 500,000$ durante l'asta! Poi Kristin Davis (la Charlotte di Sex and the City)... ormai non mi ferma più nessuno!
La serata continua, ma ancora non mi capacito di quello che sono riuscito a fare! Dopo un infinito after-party al rinomato club Bagatelle, crollo nel mio letto alle 4AM! Dopo poche ore il mio telefono comincia a vibrare e suonare: sms, whatsapp, email, chiamate! La foto mia e di Rihanna è ovunque: dai blog ai siti di gossip, fino al quotidiano inglese del Daily Mail, al sito di Vanity Fair all'account Instagram di Tom Ford!
Davvero un successo inaspettato! Mission accomplished! Dopo qualche ora sono di nuovo in aeroporto per tornare a NY, non senza però aver prima fatto una sosta rapida all'IVY, uno dei miei posti preferiti per il brunch a L.A.
24 hr di ordinaria follia, firmate Belvedere Vodka!  #lovemyjob  #xoxo
(Mario Panzarino)



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Martina Ielpo  @  BRASILE


(residente a periodi, dal 2004 al 2013)

Ciao Gianluchino,
ti riporto qui di seguito alcuni post tratti dal mio blog di viaggi:
www.martinastrip.blogspot.it

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# Odio il carnevale... perche' a un certo punto finisce! E cosi' da due giorni non faccio altro che saltare in casa con quell'altra pazza della mia coinquilina cilena, da sole come due albicocche convinte di essere ancora nella folla del carnevale! Questo Carnevale e' stato addirittura migliore di quello di due anni fa, quando per la prima volta avevo conosciuto Salvador de Bahia. Questa volta il mio amore per il Brasile mi ha fatto ancora piu' partecipe, dal primo giorno in strada, quando fino alle 6 di mattina ho ballato samba sotto una pioggia battente che sinceramente poco ha scoraggiato me e le altre migliaia di persone intorno a me!
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# Ventiquattro giorni di Italia. Oddio. Non so come la gente possa vivere in questo paese. Non c’e’ niente, assolutamente niente che funzioni come dovrebbe, i cittadini pagano per ricevere disservizi e vengono messi nella condizione di ringraziare vivamente come se avessero ricevuto una grazia, qualora un servizio al quale hanno pieno diritto venga prestato. Ogni giorno e’ una guerra, burocrazia, discussioni, incompetenza...
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E la cosa grave e’ che vedo ormai che il popolo e’ rassegnato, gli va bene cosi’, anzi, si e’ adattato. Be’, per il momento scappo a Rio!!!

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Mi sveglio ogni mattina in via Vinicius De Moraes, e il primo a darmi il buongiorno dalla mia finestra e’ il mio Redentor dal suo Corcovado.
Esco ogni mattima, passo davanti alla casa di Tom Jobim, camminando cinque minuti fino all’oceano Atlantico, che di mattina presto quando la marea e’ bassa e’ calmo e pulito tanto da sembrare il mio lago tranquillo nella caotica Rio de Janeiro.
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Sono felice, perche’ sono libera nella citta’ piu’ bella del mondo! Con la mia bici corro tra le auto bloccate nel traffico, la citta’ sembra piccolissima attraverso l’energia e il ritmo che il samba negli auricolari passa alle gambe sui pedali. Sono felice, perche’ il mio Dio mi ha donato la salute. Il tramonto e’ l’ora della passeggiata sulla orla da Ipanema a Copacabana, quando 30 gradi sembra addirittura fresco rispetto alle temperature del pomeriggio. Sei anni in Brasile mi hanno convinta che qui le persone vadano a correre solo per esporre il corpo seminudo e tentare qualche approccio. Se poi calcoli 6 chilometri di corsa, gli approcci diventano tanti :D!
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La notte incontro i miei amici alla Pedra do Sal, dove e’ nato il primo Samba. Non so come ma il Samba riesce con la sua batida a cancellare ogni pensiero brutto, ogni rimorso, ogni briciolo di rabbia che è in me. Sono felice… mentre ballo Samba!
Venerdi' sera siamo andati a Lapa, il centro di Rio, dove alle feste ci vai in infradito e senza maglia perchè ti combini una pezza!

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L'unica parola che risolve il dilemma di come descrivere il mio Carnevale e': I N D E S C R I V I B I L E.
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Sono stati i 7 giorni piu' rapidi della mia vita, nonostante non abbia dormito neanche 8 ore in tutto, di cui non 2 ore consecutive. Giorno e notte nello stesso frenetico ritmo, senza soste, producendo adrenalina no stop, senza sentire stanchezza nè dolore fisico... Questo e' il potere dell'amore che nutro per questo paese.
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La mia compagna per questa avventura 2012 è stata Vivian, guerrera, broder, la mia stessa onda! Perfetto! Sarebbe stato tutto perfetto, se non mi avessero investita, tornando a casa il penultimo giorno di Carnevale. Adesso chiedimi se io con il piede ferito sono rimasta a casa l'ultimo giorno di Carnevale? MAAAAAAAAAAAI!
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Un mio amico ci ha fatto entrare in un Camarote festa solo per invitati, all inclusive, con drinks e buffet tutto gratis, massaggiatore, sarta, parrucchiera, BLA BLA BLA, pensando cosi' di riuscire a tenerci tranquille fuori dalla baraonda della festa in strada! Il mio piede non era esattamente in condizione da rischiare che qualcuno pestasse la mia ferita aperta, cosa non assurda quando salti in mezzo a due milioni di persone! NOI NO, NOI GUERRA! Siamo scesce a pop-cornare in strada pagodeando.... è difficile descrivere una situazione tipicamente brasiliana in italiano.
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Dovrei usare termini brasiliani come pipoca, axè, pagode, trio, SAUDADE, TIRA O PE' DO CHAO e un milione di altre cose che una mente italiana non potrebbe mai capire!
Mi sveglio ed è uno di quei giorni in cui le gambe entrano in sciopero, reduci da 48 ore di festa, anche se lo spirito è instancabile! Con tanto coraggio e un paio di pillole di guarana' riusciamo a trascinare i nostri corpi fuori in strada... pranziamo e cominciamo a vagare letteralmente senza una meta, senza sapere cosa fare... E la nostra tipica serata baiana è terminata nel parcheggio del Rio Vermelho, ballando forro al suono dell'autoradio! Obrigada senhor!
Questa e' la mia Bahia. Questa è la mia Salvador. O MEU POVO LEVANTA A POERIA!!!! Sto in mezzo a 50.000 persone che fanno alzare la polvere da terra per quanto saltano saltano e saltano e mi sento orgogliosa di appartenere a questa terra!!! e' tanta energia!
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E’ la prima pioggia che mi bagna a Rio da quand
o sono tornata.
Sono partita da Salvador, e il giorno dopo un mio amico mi manda un messaggio su Facebook: l’inverno stava aspettando che tu te ne andassi, per cominciare. Speriamo che l’estate stia aspettando che io torni in Calabria! Intanto letarghiamo, nel lettone difronte alla finestra con vista sul Cristo Redentore,  sotto il copertone di pail e con torte di noci e una pila di cartoni animati da guardare, aspettando un volo di ritorno che comincia ad essere più di andata che di ritorno. Vado in Italia... e poi un giorno torno nel mio Brasile. Questa è la settimana malinconia, la settimana saudade, la settima limbo. Non sto nè qua nè là adesso, sto galleggiando in mezzo ricordando ciò che è stato e concentrandomi su ciò che deve essere da adesso in poi! Il 19 marzo per me comincia l’anno nuovo, il mio rientro in Italia segna l’inizio di una nuova stagione. E giuro che quest’anno vado pure in palestra! Que Deus me abençoe!
(Martina Ielpo)

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Per leggere altri post sul Brasile e su tutti i viaggi di Martina Ielpo visita il suo blog ufficiale: www.martinastrip.blogspot.it



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Roberta Longo @ BOSNIA


(ottobre/novembre 2013)

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Ciao Gianluchino,
ti riporto qui di seguito un articolo tratto dal mio blog di viaggi: www.infoturismiamoci.com
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“Quella meravigliosa sensazione di essere legata a una terra che non è la tua, non hai mai visto ma che sai già ti ruberà il cuore.” Voglio partire da questo tweet, scritto pochissime ore prima della mia partenza, per due motivi: il primo, dirvi che quella sensazione era esatta. La Bosnia mi ha rubato il cuore, non so perchè, non so perchè proprio lei. Mi ha regalato confusione, dolcezza e conoscenza, nonchè l’inaspettata sensazione del “dover” tornare. Che siano gli alberi di melograno, le Cascate di Kravice o i racconti di un caldarrostaio, fermatevi e “ascoltatela”.
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Mogranj. In italiano, melograno. Ai bordi delle strade, nei cortili, nelle campagne. Sono lì, quasi ad aspettarti. Ti accolgono all’arrivo, ti accompagnano silenziosi durante il viaggio, sembrano darti l’addio quando sei sulla strada del ritorno. Questa è la mia prima immagine di Mostar. Melograno, simbolo di ricchezza, produttività, fratellanza ma anche di morte, rinascita e rigenerazione. Sembra voler raccontare, quasi inavvertitamente, la storia di questo paese: il pluralismo religioso, la multiculturalità, l’integrazione, la memoria della guerra, le divisioni, la rinascita. I segni di quello che è stato trafiggono ancor oggi: i colpi di mortaio, i cimiteri al posto dei parchi, i palazzi fatiscenti, i cortili abbandonati. D’altra parte, università, piazze, centri commerciali, bar e ristoranti bellissimi. La rinascita.
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Mostar è divisa in due dal fiume Neretva e al tempo stesso riunita dal famoso Stari Most (Vecchio Ponte), ricostruito nel 2004, vero simbolo della città, dell’unione tra est e ovest, bosniaci e croati, mulsumani e cattolici. Altrettanto simbolicamente, fu distrutto da un colpo di mortaio nell’autunno del ’93; un gesto che sancì definitivamente la totale scissione all’interno della città e dell’intero paese, tuttora palpabile. E così arrivo alle Cascate di Kravice, uno spettacolo della natura, il punto in cui le acque del fiume Trebižat si ramificano e si tuffano da un’altezza di 30 metri, formando un bacino largo circa 150 metri. Tra me e loro una pioggerella sottile e incessante. Pace.
(Roberta Longo)

Per continuare a leggere questo articolo e tutti gli altri scritti dalla travel blogger Roberta Longo visita il suo sito ufficiale:
www.infoturismiamoci.com



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Intervista alla giornalista Antonella Palmieri  / ANGOLA - KENYA - NAMIBIA


(residente dal 2012 al 2014)

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Ciao Antonella, vorrei iniziare col dirti che è un immenso piacere ospitarti qui nel mio sito di viaggi. Ritengo che il tuo lavoro come giornalista free lance nel continente africano oltre ad essere straordinariamente affascinante per ogni cultore dei veri viaggi e per ogni amante delle bellissime diversità che forgiano il nostro splendido pianeta, possa anche essere illuminante per chi non ha la possibilità, da classico turista o da semplice lettore, di scorgere sfaccettature di questo continente che solo una persone che come te ci vive, e addirittura svolge l’attività di giornalista, può essere in grado di comunicarci.

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-  Inizio col chiederti se la scelta dell’Africa è casuale o voluta, e quali eventi degni di nota ti hanno portato a svolgere il tuo lavoro proprio li.

In parte è stata una scelta voluta. In parte casuale. Nell’agenzia giornalistica per cui lavoravo nel 2011 si era aperta una posizione in Congo Brazzaville e mi sono detta disponibile ad andarci, perché era un paese in cui non ero mai stata e perché credo che qualsiasi posto del mondo, anche se poco presente nelle cronache di tutti i giorni meriti di essere raccontato. Dopo pochi mesi l’agenzia ha cambiato idea e sono finita in Angola.

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-  In quali stati africani vivi e lavori? Come ti trovi e quali sono le principali diversità della vita quotidiana rispetto al nostro Paese?

Ho lavorato due anni in Angola, un paese che come tutta l’Africa sta vivendo il boom economico. Dopo mi sono trasferita a Nairobi dove ho passato gli ultimi sei mesi. Come in ogni posto nuovo i primi tempi non sono mai facili ma tutto sommato, come tutte le persone che sono abituate a girare tanto per lavoro, mi sono abituata in fretta. Dopo qualche mese quasi non si fa più caso all’elettricità che ogni tanto va via, alla miseria delle baraccopoli, ai bambini che nelle periferie giocano nell’immondizia mentre in pieno centro i nuovi ricchi sfrecciano a bordo di suv in abiti su misura dal taglio italiano. Quando tutti i lati negativi della città dove ti trovi spariscono, inizi a sorridere di fronte alla bizzarria di queste strade dove in mezzo alla polvere delle auto ferme al semaforo ti vendono di tutto, da polli vivi a scope a giornali a mobili. Ti stupisci di quanto i palazzi crescano in fretta e di quanto possano essere chic certi ristoranti in pieno centro.

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 -  Quali sono stati i tuoi servizi più belli? E tu stessa cosa hai provato e imparato quando li hai realizzati?

Non so quali siano i miei servizi più belli. Ma di certo so quelli che più sono stata felice di realizzare. Uno di questi è stata l’intervista che ho realizzato ad un ex terrorista, un ragazzo che ha passato due anni della sua vita combattendo con gli Shabaab, un gruppo somalo affiliato ad Al Qaeda. Sono stata felice perché la sua storia rappresenta una storia di pentimento bellissima. Questo ragazzo ha ucciso molte persone, neanche lui ricorda quante e oggi gira per Nairobi cercando di mettere in guardia i ragazzi di strada a non farsi ingannare da chi gli promette soldi e li manda a combattere in mezzo al deserto. La sua vita era finita, avrebbe potuto morire da un momento all’altro, durante un attacco, o durante gli addestramenti per mano dei suoi superiori, ma ha trovato la forza di lasciare quella vita e anche se sembrava non ci fosse nulla per lui su questo mondo, è andato avanti e ha costruito.

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 -  Quali sono i più grossi errori che noi italiani facciamo quando pensiamo al continente africano? I turisti che ci vanno cosa dovrebbero fare o non fare per conoscere la vera essenza di questi posti?

L’errore più grande, (che probabilmente è una conseguenza anche di un lavoro incompleto fatto da noi giornalisti) è quello di mostrare il continente africano come un posto in cui ci sono solo capanne, povertà, gente mezza nuda e analfabeta. Non è così. L’Africa come ho già detto, da anni vive un boom economico eccezionale. I governi stanno costruendo - anche con gli aiuti internazionali - scuole, ospedali, strade. Le risorse naturali stanno portando enormi quantità di denaro in molti paesi e sta nascendo una classe media che consuma, va al cinema, compra abiti firmati e utilitarie. L’euforia che si respira sembra la stessa che descrivono gli storici pensando ai nostri anni ’60. Ovviamente ci sono ancora zone in cui i conflitti, il terrorismo e il mal governo imperversano. Ma l’Africa non è più solo questo. Per i turisti che ci vanno consiglio (ma penso valga per qualsiasi posto) evitare di chiudersi in un resort e andare a visitare i villaggi accompagnati dal tour operator. Se si vuole conoscere la realtà locale è meglio prendere contatto con qualche ong che lavora CON la popolazione locale e che può spiegare davvero la realtà. Consiglio di visitare i parchi naturali per vedere gli animali, ma anche di passare un giorno in città. Può essere interessante vedere la realtà delle metropoli africane.

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 -  Sicuramente oltre al lavoro avrai avuto modo di visitare qualche bellissimo luogo turistico della zona. Quale ti ha lasciato il segno? E perché?

Sono stata in Namibia. Credo che sia uno dei paesi più incantevoli al mondo, forse soprattutto perché è pressoché deserto. E’ grande quanto Francia e Germania messe insieme ma ci abitano solo due milioni di persone, di cui il 20% nella capitale. Le strade asfaltate in alcune zone sono molto poche. Assieme a due amici ci siamo spinti in un deserto di rocce vicino Brandberg e con una guida a piedi abbiamo raggiunto un graffito fatto sulle rocce scoperto da un esploratore agli inizi del ‘900. Gli studiosi hanno stimato che quel dipinto ha 16mila anni. Non dieci o 100, ma 16mila. Trovarsi di fronte ad un prodotto umano così antico che è sopravvissuto a qualsiasi cosa, è stato come toccare con mano l’origine di tutti noi.
(Antonella Palmieri)




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Anna Torres Stachlewski  @  Vladivostok & San Pietroburgo, RUSSIA


( local )

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Hi Gianluchino,
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Russian Federation is a large part of the Eurasian continent, and has it limits with East and West part of the World. It seems that all extremes are combined in the country: the northern lights with eternal ice and resorts cities in the south with palms and sunny beach areas. It has forests with wild bears and tigers and vast areas of minerals. It has its extension from  Kaliningrad to Kamchatka including nine time zones, four climatic zones and about 200 different ethnic groups. The whole world knows about personalities of music, literature and art, which were born in the country... including the philosophy of  "Russian Idea" of Lev Tolstoy and Feodor Dostoevsky. Almost in every city of Russia you will discover a street called Lenin or Karl Marx Square and old Russian cars "Lada", which has more than 20 years already. Also do not be surprised if a stranger suddenly becomes your friend, he/she will not mind to invite you to be a guest in a pub and even can introduce you to his/her friends and family.
By the chance of destiny I had an opportunity to live in a Asian city of the country called Vladivostok as well as in the European city - St.-Petersburg.
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Vladivostok: at the entrance of the city stands a monument of sailors with such a inscription: "Vladivostok far but this city belongs to us." Signature: V.L. Lenin. During Soviet times, Vladivostok was named as Soviet San Francisco as it is similar to the "foreign brother" by the natural features and relief of the city and the region itself.
City bordered by the bay called the Golden Horn, which flows into the Sea of Japan. Port city! The smell of sea salt in the air, and from morning to evening  sound of seagulls. What could be more perfect? Ah… Markets with fresh seafood offers whatever you may wish from seafood. There is no any similar city in Russia as
Vladivostok. It perfectly gets European and Asian culture: in the suburbs are Korean villages, shopping centers with only Chinese shops, construction site where work Vietnamese expats and 90% of right-hand drive cars on roads with right-hand traffic (imported from Japan). In August, the sea warms up to 24-26 degrees ... it is the main attraction of all the summer fun. In winter time in time to rise up in the mountains for skiing.
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St. Petersburg called Venice of the North among tourists and cultural capital of Russia . This is one of the most beautiful cities in Europe. Once visited it possibly you will want to come back again and again, and the memory of the city will always be with you in your mind. A friend of mine once told me: "St. Petersburg is a very dangerous city! Once visit it, you will fall in love with it! And soon or later you will come back." The first year of my life in St. Petersburg, I was as tourist in every movement: with tears of delight infinitely reveled in the beauty of the architecture of the city at any time of the day, eagerly tried to soak it in memory and try to enjoy this beauty.
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Nevsky Prospect is the heart of the city! Central Street on which comes millions of tourists from different parts of the World. It is never empty 24 hours in the summer time and absolutely safety to walk. Tourists do not miss any single building without attention of their cameras. Why? Buildings are an architectural monument listed as World Heritage by UNESCO. In St. Petersburg you will find a unique mood especially during evening in the summer time. This special atmosphere which is hidden in each building, in each open bridge, in every tourist and in the magical White Nights. This is the spirit of eternity! Best places of the city certainly are Nevsky Prospekt  (where you will find all the fun you are looking for ), the historic center of St. Isaac's Square, St. Paul Fortress, Peterhof , Pushkin (an excellent place to visit in summer time) and of course we cannot forget about the Niva river embankment and canals of the city. 
(Anna Torres Stachlewski)



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Alessia Discornia  @  New York, U.S.A.


(residente dal 2013 al 2014)

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Caro Gianluchino,
New York è mia. L'ho capito subito. O meglio, non proprio subito, ci ho messo qualche ora... Quando sono atterrata al JFK, ho preso un taxi e mi son fatta portare in hotel, mi sono cambiata in fretta e sono scesa in strada –la 34esima, non una qualsiasi– e... un turbinio di suoni, colori, persone, lingue mi ha travolto e costretto a rientrare nella hall per respirare. E' così che mi ha accolto questa città. Una grande eccitazione ti invade e dopo un primo istante di smarrimento ti viene voglia di buttarti nella mischia, aprire la testa e imprimere nella memoria ogni singolo particolare.
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E così ad ogni passo, hai la sensazione di averla già vista, di conoscere la strada, di sapere dove andare. Anche se in fondo, non ti serve una destinazione, perchè tutto è meta, tutto è scoperta, tutto è novità. New York non solo è quello che hai sempre visto nei film, ma molto di più: è frenesia se passi da Times Square; è pace se ti addentri in Central Park; è moda se percorri la 5°; è arte se visiti il Guggenheim; è vintage se cerchi a Soho; è chic se passeggi per Brooklyn; è magia se assisti ad uno spettacolo di Broadway; è fascino allo stato puro. New York è la città dell'accoglienza, il portone d'ingresso della terra delle opportunità. Me lo hanno sempre detto, ma solo arrivandoci l'ho capito davvero. Riesco a sentirmi perfettamente a mio agio, cammino e cammino e non mi stanco mai, e l'unica cosa che mi manca è qualcuno con cui condividerla.
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Perchè l'emozione è forte, questa città ti fa sentire felice, è lì che ti aspetta in tutto il suo splendore pronta a farsi ammirare, e allora tu la guardi e ogni cosa che vedi ti fa allungare la mano e puntare il dito esclamando “Guarda che spettacolo!!!”, e allora realizzi che è troppa per una persona sola; non puoi esimerti dal commentare, andarci con una persona speciale è fondamentale.
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Eppure... esiste un posto tutto mio, solo mio, che mi gusto in totale (si fa per dire) solitudine. E' diventato l'appuntamento fisso del weekend, è il momento della settimana che aspetto con ansia come se dovessi incontrare qualcuno: pausa-pranzo a Bryant Park. Tra la 6° e la 42esima, un piccolo parco pubblico che si presta a mille eventi a qualsiasi ora e in qualsiasi periodo dell'anno. Qui ho tutto sotto controllo: addento un pretzel, leggo un libro, passo in rassegna gli acquisti del giorno, ascolto poesie in francese, mi aggiro per le bancarelle di Natale, lancio qualche mollica ai piccioni e ogni tanto un'occhiata alla cupola dell'Empire State Building per essere certa che non si tratti di un sogno! 
(Alessia Discornia)



  * * * CONTINUA * * *

I Miei Amici Around The World  /  Seconda Parte


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Federica Gotta  @  GIAPPONE

Mario Mastrodonato  @  Varanasi, INDIA

Nico, Giorgia, Angela, Luigi & Michele  @  ALBANIA

Tamara Lo Giacco  @  Auschwitz e Birkenau

Luigi & Michele  @  THAILANDIA

Francesco Fornarelli  @  ARGENTINA

Nico, Tommy & Antonio  @  MALTA


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